Attraversare un percorso di cambio del sesso e di riassegnazione della proprio sesso, è un viaggio molto lungo e avviene dopo un iter stabilito in Italia da un preciso regolamento.
Le fasi sono stabilite da alcuni passaggi ma molto legate anche al percorso psicologico per il cambio del sesso, diverso da individuo ad individuo.
Il paziente ‘sente’ un costante disagio legato al proprio genere e comincia ad interrogarsi ponendo dubbi sulla propria natura.
Decide di chiedere a psicologi o psicoterapeuti al fine di ‘capire’ meglio il proprio disagio.
Inizia così un percorso psicologico. Tale percorso è fondamentale e non deve essere vissuto come un obbligo ma come una fase necessaria per conoscere meglio se stessi e tutto ciò a cui andrà incontro. Va visto come terapeutico e diagnostico, con l’obiettivo di fare una giusta valutazione della propria realtà, ma anche di sostegno al percorso (che sarà lungo e difficile) cui si va incontro. Tale percorso accompagna il soggetto fino all’operazione chirurgica ma se necessario anche dopo.
Dopo i primi mesi, si valuta la possibilità della terapia ormonale previa approvazione di un altro professionista: l’endocrinologo.
Tale terapia è l’inizio di un nuovo percorso, che può fungere da ‘spinta’ per continuare o meno il cambio del sesso.
La terapia ormonale, dopo l’intervento chirurgico, non smetterà più dal momento che dovrà quotidianamente fornire gli ormoni necessari per tutta la vita.
A questo punto il soggetto dovrebbe cominciare a vivere ‘come se fosse’ del sesso a cui desidera appartenere (assumendo comportamenti e abbigliamento congrui, etc). Questa fase darà un feedback in merito a ciò che accadrà, definitivamente, dopo l’operazione. Ovviamente il feedback ci dirà se continuare e smettere.
Iter legale.
Dopo due anni (precedenti fasi), lo psicologo scrive una relazione psicologica per il cambio del sesso ( o riconversione) utili alla richiesta da presentare al tribunale di residenza, che ne autorizzerà l’intervento.
La fase successiva alla riconversione chirurgica, segue la legge 164/82 del decreto 150/2011, art. 31, comma 4, sarà possibile, presentando sempre richiesta al tribunale di residenza, per ottenere da questi l’autorizzazione alle necessarie variazioni anagrafiche a cui far seguire le modifiche a tutti i documenti.
La Riconversione Chirurgica di Sesso (RCS) oppure, il Sex reassignment Surgery (SRS).
Si entra in lista di attesa (dopo l’autorizzazione del giudice) in uno degli ospedali o cliniche specializzate che effettuano questi interventi chirurgici (che può durare qualche mese fino a qualche anno) in funzione del tipo di struttura (che può essere pubblica ma anche privata).
L’iter chirurgico Cambiamento uomo vs donna
- Mammoplastica additiva (protesi per il seno)
- vaginoplastica (asportazione pene e testicoli e ricostruzione vagina)
- riduzione pomo di Adamo
- asportazione ultime due costole
- eliminazione barba (laser)
Cambiamento donna vs uomo
- L’iter chirurgico è molto più complesso. Si inizia con una Adenectomia sottocutanea (riduzione volume mammario) a cui segue l’asportazione della ghiandola mammaria.
- l’Istero–annessectomia ( asportazione utero e ovaie)
- Falloplastica
Il soggetto decide se fare tutto o in parte gli interventi di cui sopra
Dopo il percorso psicologico, la relazione psicologica per il cambio del sesso favorevole da parte dello psicologo, l’autorizzazione del tribunale e l’intervento vi sono, incontri di verifica, da fare nel tempo con lo scopo di verificare lo stato del soggetto, gli aspetti psicologici e fisici, verificare l’efficacia delle terapie ormonali.
Tali incontri dovrebbe avvenire, a regime, almeno una volta l’anno in assenza di problemi particolari.